Cosa proponiamo per le Scienze della Vita

La roadmap tecnologica e di sviluppo dell’area di specializzazione delle Scienze della Vita.

La roadmap tecnologica identifica le tecnologie chiave e le priorità strategiche dei fabbisogni di innovazione per la definizione di politiche industriali volte allo sviluppo di soluzioni sostenibili in termini di prodotti e servizi ai cittadini, capaci di reagire ai cambiamenti e garantire trattamenti personalizzati.



Il paradigma di riferimento a partire dal quale ALISEI ha identificato la roadmap tecnologica per le Scienze della Vita è quello della medicina delle “4P”  (Preventiva, Predittiva, Personalizzata e Partecipativa). In particolare, la roadmap per le Scienze della Vita identifica 5 traiettorie tecnologiche prioritarie.

1. Diagnostica avanzata, medical device e mini invasività.
 Comprende tre priorità strategiche, che condividono l’impiego di tecnologie avanzate, incluse le tecnologie ICT, volte allo sviluppo di soluzioni diagnostiche e terapeutiche sempre più accurate e meno invasive. Questa traiettoria punta a incentivare la diagnostica avanzata, in particolare la diagnostica per immagini e quella mini-invasiva, i “dispositivi medico-diagnostici in vitro” (IVD), tra cui quelli per il Point-Of-Care-Testing, le terapie innovative quali la radioterapia, e la ricerca di soluzioni riabilitative personalizzate e rapide, anche attraverso l’avanzamento della robotica per riabilitazione.



2. Biotecnologie, bioinformatica e sviluppo farmaceutico. 
L’applicazione delle biotecnologie per la salute umana (red biotech) è sempre più centrale nella ricerca in ambito farmaceutico. Le biotecnologie e la bioinformatica consentono infatti di intervenire nell’ottimizzazione del processo di scoperta e sviluppo di farmaci che costituiscano la nuova frontiera per il trattamento e la prevenzione di patologie di grande rilevanza. Questa traiettoria è oggi tra le più promettenti per rispondere in modo concreto alle indicazioni riportate nel PNRR e ha un enorme potenziale di sviluppo in Italia, non solo in termini di benefici per il sistema sanitario e per la salute dei cittadini, ma anche di attrazione di investimenti nella ricerca clinica e di potenziamento della vivace industria nazionale del settore.

3. Medicina rigenerativa, predittiva e di precisione.
 In campo biomedico, le nuove frontiere della ricerca scientifica sono costituite dalle tecnologie omiche e di medicina rigenerativa, disciplina che si propone di riparare organi adulti umani danneggiati e restituirne l’integrità strutturale e funzionale. I progressi della genomica offrono invece l’opportunità di differenziare, all’interno delle popolazioni, individui e gruppi maggiormente suscettibili allo sviluppo di determinate condizioni patologiche, nonché di individuare  diversi aspetti di una malattia e del suo trattamento, inclusi l’insorgenza, il decorso, il rischio di recidiva, il farmaco o la classe di farmaci con maggiore probabilità di risposta e la dose terapeutica. Tutto ciò, consente di indirizzare meglio la conoscenza dei meccanismi patogenetici permettendo, ove possibile, di produrre modelli clinici, individuare dei sottogruppi di pazienti o dei biomarcatori atti a migliorare la diagnosi o addirittura pianificare terapie personalizzate.



4. Nutraceutica, nutrigenomica e alimenti funzionali. 
Per l’impatto sulla salute, la ricerca agrifood dovrebbe puntare verso le diverse tecniche omiche per studiare il rapporto tra gli alimenti e i geni nel mantenimento dell’omestasi metabolica, al fine di contrastare l’insorgenza della sindrome metabolica e delle patologie cardiovascolari (a questo riferimento particolarmente importanti sono la lipidomica e metabolomica). L’analisi dei dati con metodiche biocomputazionali deve prendere in considerazione le interazioni tra dieta, nutrienti e attività biologiche, tenendo conto delle differenze individuali, per comprendere e modificare le disparità di salute presenti nella popolazione.



5. Sanità digitale, telemedicina e tecnologie per l’invecchiamento attivo.
 La Sanità odierna ha progressivamente focalizzato nuovi bisogni di gestione e trattamento dei dati clinici digitali, che stanno trasformando l’eHealth e i Big Data sanitari in un’area di punta, estremamente innovativa, fortemente interdisciplinare e abilitante, rilevante non solo per migliorare efficacia, produttività e inclusività dei servizi socio-sanitari ma, più in generale, per l’intera filiera della ricerca biomedica. Questo macrotrend, accelerato dalla pandemia da COVID-19, comporta una priorità strategica volta a supportare l’accessibilità delle informazioni sanitarie, il decentramento della cura, la razionalizzazione delle risorse e il miglioramento dei percorsi assistenziali. Un secondo trend, intimamente legato al precedente, è connesso al cambiamento demografico della popolazione. L’aumento della durata media della vita comporta l’incremento della quota di popolazione colpita dai normali processi degenerativi connessi all’invecchiamento. Patologie che in passato erano irrimediabilmente fatali, oggi sono più frequentemente curabili, anche se le persone colpite talvolta riescono a riconquistare solo una parziale autonomia. Tutto ciò comporta una crescente richiesta di cure mediche e di assistenza sanitaria.