
Quali sono i progetti di ricerca che sono stati attivati in Toscana per dare una risposta alla pandemia da SARS-CoV2?
Le life sciences rappresentano un settore fervido e d’importanza strategica in Toscana che si è in particolar modo mobilitato a fronte dell’emergenza dovuta al diffondersi dei contagi da coronavirus SARS–CoV-2. Come Fondazione TLS siamo attivi con il progetto di ricerca MabCo19 avviato a metà marzo in collaborazione con l’INMI Spallanzani (una collaborazione estesa oggi anche alle aziende ospedaliero-universitarie toscane) e condotto da un team di ricerca (MAD – Monoclonal Antibody Discovery Lab) coordinato dal Dr. Rappuoli. Obiettivo del progetto, che ha da poco concluso la fase di discovery, è quello di sviluppare anticorpi monoclonali umani dal sangue di pazienti guariti o convalescenti da COVID19, per l’impiego a scopo terapeutico e per profilassi passiva. Su questo progetto sono già attivi finanziamenti europei collegati al Progetto Malaria Fund che vedono come protagonista anche la società AchilleS Vaccines, incubata TLS.
Inoltre, se pensiamo anche solo alle aziende afferenti all’ecosistema della Fondazione Toscana Life Sciences e del Distretto Toscano Scienze della Vita (di cui la Fondazione è soggetto gestore) sono diverse quelle che hanno messo in campo le proprie forze, il know-how e le risorse per portare avanti attività di ricerca e di sviluppo sia di test diagnostici sia di possibili soluzioni per la profilassi o la terapia. In ambito diagnostico: la Diesse Diagnostica Senese ha sviluppato, in collaborazione con INMI Spallanzani, i test sierologici per la diagnosi di COVID-19; il POLO GGB, attraverso il suo laboratorio di analisi di Siena, è una delle 40 strutture accreditate dalla Regione per l’esecuzione dei test sierologici.
In ambito ricerca e sviluppo: la senese VisMederi collabora con diverse aziende a livello internazionale fornendo supporto nella parte preclinica e clinica per diversi prototipi di vaccino verso covid-19; la startup BiomVis, in collaborazione con l‘Università di Trento, sta testando la sua piattaforma tecnologica basata sulle Vescicole di Membrana Esterna dei batteri Gram-negativi (OMVs), con risultati incoraggianti sulla strada verso un vaccino contro coronavirus SARS-CoV-2; Kedrion è impegnata nello sviluppo di una immunizzazione passiva, attraverso la purificazione di immunoglobuline iperimmuni anti-SARS-CoV-2.
Infine, ci sono sicuramente altri attori importanti su territorio regionale che stanno contribuendo all’avanzamento della ricerca sul fronte SARS-CoV-2 e alla presa in carico e gestione dei pazienti affetti da COVID-19. Pensiamo al ruolo svolto dall’Ospedale Cisanello di Pisa, capofila dello studio clinico TSUNAMI che valuta la sperimentazione della plasmaterapia con siero iperimmune da donatori convalescenti, scelto come modello di riferimento nazionale da Ministero della Salute, AIFA e ISS.
L’emergenza sanitaria ci ha insegnato che la collaborazione tra diversi soggetti e tra Paesi diversi è fondamentale per il successo di questo tipo di progetti di ricerca. Quanto contano le partnership per l’avvio e per un potenziale successo dei vostri progetti in ambito COVID-19?
Le partnership e gli accordi di collaborazione hanno sempre rappresentato un elemento distintivo del modello di Toscana Life Sciences, ben al di là del periodo che stiamo affrontando. Indubbiamente, l’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del coronavirus ci ha insegnato quanto la collaborazione con altri soggetti sia elemento fondamentale per il successo delle nostre azioni e dei nostri progetti. In questi mesi lo abbiamo sentito ripetere spesso e un po’ in tutti gli ambiti della nostra vita ma, per tornare al settore delle life science, sappiamo che è una consapevolezza ormai acquisita: lo dimostrano le partnership attivate a livello mondiale da importanti colossi farmaceutici, come quella di Sanofi e GSK per lo sviluppo di un vaccino contro SARS-CoV, e lo stesso progetto MabCo19 di TLS ne è una prova. La collaborazione con lo Spallanzani, che prosegue anche su altri fronti, allargata poi alle aziende ospedaliero-universitarie toscane, un team di giovani e talentuosi ricercatori con importanti esperienze all’estero, il sostegno della Regione Toscana e dell’Europa per una parte delle risorse finanziarie destinate al progetto, il ruolo chiave di aziende come VisMederi e AchilleS Vaccines per la prosecuzione dello stesso, il supporto dei principali attori territoriali come la Fondazione MPS e Comune di Siena sono la dimostrazione della complessità della ricerca scientifica che TLS sta portando avanti contro SARS-CoV-2. Una sfida di questa portata può essere vinta solo se siamo in grado di attivare partnership pubblico-private, unire e condividere competenze e risorse, mettendo a fattor comune gli sforzi di tutti. Ecco perché riteniamo che realtà come la nostra, facilitate dai cluster nazionali e regionali, possano in qualità di aggregatori di sistema rappresentare la risposta a molte delle sfide future del settore.
Emergenza COVID a parte, quali sono oggi le azioni che state portando avanti a sostegno delle start-up e delle imprese presenti nel vostro incubatore?
Ad oggi sono ben 47 le realtà che fanno parte di quello che chiamiamo ecosistema dell’innovazione e che hanno registrato un incremento del fatturato del 64% nell’ultimo anno, presentando una ormai consolidata capacità di attrarre finanziamenti. In particolare, stiamo parlando di 22 imprese impegnate in attività di R&D e/o servizi, 11 enti/fondazioni di ricerca pubblici o privati e 14 imprese affiliate. La differenza la fanno sicuramente le competenze e il talento delle oltre 400 persone che operano nel sistema TLS e su cui dobbiamo continuare a investire. A queste realtà cerchiamo di offrire, oltre ai servizi di ricerca, business development e proprietà intellettuale, proprio quello di cui parlavo prima e cioè un ambiente fervido, ricco di opportunità di contaminazione e collaborazione con altre realtà del settore, nonché la nostra capacità di fare sistema.
Molte delle realtà del bioincubatore, inoltre, sono cresciute in TLS e rappresentano ormai delle aziende consolidate. Anche per questo motivo, come Fondazione Toscana Life Sciences stiamo pensando a un vero e proprio piano di post-incubazione per consentire l’adeguato sviluppo a questi progetti altamente innovativi e con grandi potenzialità di crescita.