
Il 31 maggio scorso sono stati presentati a Bari i risultati di uno studio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa riguardanti le performance dei sistemi sanitari regionali nel 2018. Lo studio ha indicato come sia possibile, attraverso analisi critiche, indurre miglioramenti nei sistemi sanitari, colmando gap e fornendo un migliore servizio al cittadino.
La ricerca, iniziata nel 2008, vede il coinvolgimento oggi di 10 regioni: Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto, oltre alle due province autonome di Bolzano e Trento. Lo studio ha permesso negli anni di analizzare l’evoluzione dei sistemi sanitari regionali, valutandone le performace attraverso oltre 400 indicatori.
Analizzando i dati, i ricercatori hanno evidenziato come le aree che hanno mostrato negli anni un miglioramento significativo siano state le coperture vaccinali, i tempi di attesa per la chirurgia oncologica e la capacità delle diverse aziende sanitarie di indirizzare i pazienti verso i setting più appropriati, evitando degenze ospedaliere inutili.
Qualche esempio per far capire la portata di tali miglioramenti: a Trento la copertura del vaccino per il morbillo, la parotite e la rosolia è passata dal 84,5% nel 2015 al 93,4% nel 2018; in Liguria il tempo di attesa per l’operazione per un tumore alla mammella è passata da 35 a 28 giorni; in Puglia il tasso di ospedalizzazione è passato da 170,4 ogni 1.000 residenti nel 2013 a 124 nel 2018; in Veneto i ricoveri scendono addirittura a 104 ogni 1.000 residenti nel 2018.
L’analisi della Scuola Superiore Sant’Anna mette comunque in evidenza alcune zone grigie, tra cui spiccano l’appropriatezza nell’utilizzo della diagnostica per immagini e l’aumento dei tempi di attesa nei pronto soccorso in particolare per i codici verdi. Tutti elementi da prendere in considerazione e migliorare nei prossimi anni.
La diffusione dei risultati della ricerca uno strumento che da un lato può infliggere un danno rilevante in termini di immagine, ma ancora di più può essere una leva formidabile per attivare processi di valorizzazione delle best practice. La reputazione e la stima da parte dei colleghi e del contesto sociale rappresentano, per il personale ad elevata professionalità, fattori di grande rilevanza. “L’influenza che i sistemi di valutazione hanno sui processi di cambiamento delle istituzioni sanitarie è– come spiegano dalla Scuola Superiore Sant’Anna – per molti, strettamente connessa alla capacità di tali sistemi di danneggiare la reputazione o, al contrario, di elevarla. La stima e la reputazione sono infatti elementi che influiscono sui comportamenti molto più dei sistemi di incentivazione classica, che appaiono più adeguati ed efficaci per la direzione manageriale delle aziende che per i professionisti sanitari”.
I dati del Sistema di Valutazione messo a punto dall’istituto di Pisa possono essere utilizzati in modo innovativo per individuare alcune best practice nella gestione di percorsi assistenziali complessi.
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