L’obiettivo generale dell’analisi delle priorità tecnologiche e delle roadmap è quello di identificare le tecnologie chiave alla base dello sviluppo di soluzioni sostenibili in termini di prodotti e servizi ai cittadini, focalizzati sulla persona e i suoi bisogni, sostenibili, capaci di reagire ai cambiamenti, di garantire trattamenti personalizzati e accessibili a tutti e basati sui dati e le informazioni accumulati.
Il paradigma di riferimento è quello definito dalla medicina delle “4P” sulla base del quale sono delineati sei pilastri di intervento: educazione; prevenzione e miglioramento degli stili di vita; diagnosi precoce; gestione del paziente e presa in carico condivisa; empowerment del paziente e accesso uniforme all’innovazione terapeutica.
La roadmap, in linea con la Strategia nazionale di specializzazione intelligente 2014-2020, identifica 5 traiettorie tecnologiche prioritarie.
Comprende tre priorità strategiche, che condividono l’impiego di tecnologie avanzate, incluse le tecnologie ICT, volte allo sviluppo di soluzioni diagnostiche e terapeutiche sempre più accurate e meno invasive. Questa traiettoria punta a incentivare la diagnostica avanzata, in particolare la diagnostica per immagini, la diagnostica mini-invasiva, i “dispositivi medico-diagnostici in vitro” (IVD), tra cui quelli per il Point-Of-Care-Testing, le terapie innovative quali la radioterapia, e la ricerca di soluzioni riabilitative personalizzate e rapide, anche attraverso l’avanzamento della robotica per riabilitazione.
L’applicazione delle biotecnologie per la salute umana (red biotech) è sempre più centrale nella ricerca in ambito farmaceutico. Le biotecnologie e la bioinformatica consentono infatti di intervenire nell’ottimizzazione del processo di scoperta e sviluppo di farmaci che costituiscano la nuova frontiera per il trattamento e la prevenzione di patologie di grande rilevanza. Questa traiettoria è oggi tra le più promettenti per rispondere in modo concreto alle indicazioni riportate nel PNRR e ha un enorme potenziale di sviluppo in Italia, non solo in termini di benefici per il sistema sanitario e per la salute dei cittadini, ma anche di attrazione di investimenti nella ricerca clinica e di potenziamento della vivace industria nazionale del settore.
In campo biomedico, le nuove frontiere della ricerca scientifica sono costituite dalle tecnologie omiche e di medicina rigenerativa, disciplina che si propone di riparare organi adulti umani danneggiati e restituirne l’integrità strutturale e funzionale. I progressi della genomica offrono invece l’opportunità di differenziare, all’interno delle popolazioni, individui e gruppi maggiormente suscettibili allo sviluppo di determinate condizioni patologiche, nonché di individuare diversi aspetti di una malattia e del suo trattamento, inclusi l’insorgenza, il decorso, il rischio di recidiva, il farmaco o la classe di farmaci con maggiore probabilità di risposta e la dose terapeutica. Tutto ciò, consente di indirizzare meglio la conoscenza dei meccanismi patogenetici permettendo, ove possibile, di produrre modelli clinici, individuare dei sottogruppi di pazienti o dei biomarcatori atti a migliorare la diagnosi o addirittura pianificare terapie personalizzate.
Per l’impatto sulla salute la ricerca agrifood dovrebbe avere obiettivi strategici verso le diverse tecniche omiche per studiare il rapporto tra alimenti e i geni nel mantenimento dell’omestasi metabolica al fine di contrastare l’insorgenza della sindrome metabolica e delle patologie cardiovascolari (a questo riferimento particolarmente importanti lipidomica e metabolomica). L’analisi dei dati con metodiche biocomputazionali deve prendere in considerazione le interazioni tra dieta-nutrienti-attività biologiche tenendo conto delle differenze individuali per comprendere e modificare le disparità di salute presenti nella popolazione.
La Sanità odierna ha progressivamente focalizzato nuovi bisogni di gestione e trattamento dei dati clinici digitali, che stanno trasformando l’eHealth e i Big Data sanitari in un’area di punta, estremamente innovativa, fortemente interdisciplinare e abilitante, rilevante non solo per migliorare efficacia, produttività e inclusività dei servizi socio-sanitari ma, più in generale, per l’intera filiera della ricerca biomedica. Questo macrotrend, accelerato dalla pandemia da COVID-19, comporta una priorità strategica volta a supportare l’accessibilità delle informazioni sanitarie, il decentramento della cura, la razionalizzazione delle risorse e il miglioramento dei percorsi assistenziali. Un secondo trend, intimamente legato al precedente, è connesso al cambiamento demografico della popolazione. L’aumento della durata media della vita comporta l’incremento della quota di popolazione colpita dai normali processi degenerativi connessi all’invecchiamento. Patologie che in passato erano irrimediabilmente fatali, oggi sono più frequentemente curabili, anche se le persone colpite talvolta riescono a riconquistare solo una parziale autonomia. Tutto ciò comporta una crescente richiesta di cure mediche e di assistenza sanitaria.